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Agata
Antonio Aricò, 2022
L'Italia non è un paese, è un mare di storie. Il suo immaginario è un intreccio di infiniti racconti che uniscono il nord al sud e l’ovest a l’est. Quella di Sant’Agata è la terza festa popolare più grande del mondo. La storia viene rivissuta rievocando l’icona del Design più“ornamentale e ricca” la Poltrona Proust di Mendini. La maestria di Orografie viene raccontata in un prodotto nuovo disegnato e raccontato da Aricò: AGATA. Il lavoro fatto da Mendini su Proust viene reinterpretato da Aricò in chiave contemporanea con bombolette spray (per legno e tessuto) dai colori metallici. La poltrona è disegnata partendo dai simboli del Busto Reliquario di Sant’Agata realizzato da Giovanni di Bartolo nel 1376, ricco di
dettagli. La tecnica utilizzata è quella dell’intaglio del legno eseguita con nuove tecnologie e con l’aiuto di un mastro scultore. La poltrona composta da uno “scheletro ornamentale” in legno viene resa accogliente da 4 cuscini “liberi”. Il tema del “non finito” nei piedi della poltrona è un invito a scoprire il lavoro manuale artigiano dietro il progetto. Una versione “nuda” fa da tela per le grafiche dipinte direttamente a mano con tecnica “graffiti” spray da Aricò. I temi dell’unico VS seriale si intrecciano in un racconto ibrido fatto di nuove tradizioni.
Allodola
Francesco Faccin, 2021
Allodola è un oggetto nuovo che dieci anni fa non sarebbe potuto esistere. Nuovi rituali domestici stanno trasformando le nostre abitudini e quasi sempre il telefono ne fa parte: leggere le notizie, fare una call dal divano, guardare una ricetta in cucina, vedere un film a letto, ascoltare musica sotto la doccia... tutto passa attraverso i nostri cellulari. Il telefono concentra funzioni ed espande le
nostre case trasformandole e trasportandole altrove, divenendo un prolungamento del nostro cervello, una protesi, un feticcio contemporaneo che ha profondamente e silenziosamente cambiato le nostre esistenze. Allodola è uno strumento che entra in relazione con questo oggetto fatto di funzioni virtuali, cercando di renderlo fisico. È una presenza che dà corpo attraverso materiali antichi ad un cervello realizzato con le sofisticatissime tecnologie del nostro presente.
Amoní
Linda Salvadori, 2021
Amonì è nato dalla riflessione sull'ambiente domestico e sulla relazione che abbiamo con lo spazio e con gli oggetti che lo abitano. La casa è uno spazio fluido, gli ambienti non rispondono più ad un'unica funzione e i loro confini sono sfumati; anche gli arredi e gli oggetti seguono questi cambiamenti adattandosi a nuove esigenze. Il servomuto che ho progettato si inserisce in diversi ambienti della casa,
offrendo molteplici modi di utilizzo. È composto da diversi elementi verticali e orizzontali per appendere abiti o accessori, da un piccolo ripiano e un piano d'appoggio più grande per accogliere i nostri oggetti. Questo complemento d'arredo è sempre stato destinato alla camera da letto, ma in questo progetto si libera da tale vincolo muovendosi liberamente, vivendo così lo spazio in modo dinamico, come fosse un abitante della casa.
Azz
Vincenzo Castellana, 2024
Cosa c’è di più ristoratore di una pausa per sorseggiare la propria bevanda preferita e scambiare due parole con un amico o una persona cara. Questo piccolo oggetto unisce da una parte il sottobicchiere e dall’altra l’appoggio per un device che ci permette di connetterci alla rete. Un elemento di tableware che nasce dall’osservazione
dei nuovi comportamenti quotidiani, adatto tanto a un luogo pubblico quanto a uno privato, in grado di innovare in maniera discreta. “Azz - come descrive il suo progettista - è un prodotto confidenziale, un oggetto semplice che concentra funzioni, un compagno con cui costruire i nuovi rituali dei nostri momenti di relax o di lavoro”.
Centrino
Elena Salmistraro, 2024
“Il centrino - spiega l’autrice - è un piccolo manufatto tessile, con funzione decorativa. Da questo elemento, ormai in disuso, prende spunto un vassoio iperfunzionale e decorativo, che è definito da una stratificazione di forme”. Composto da tre contenitori e altrettanti sostegni per
lo smartphone, uniti a un vaso decorativo, può essere utilizzato anche come inedito centrotavola. L’aspetto decorativo e quello multifunzionale rispondono a due delle maggiori istanze del progetto contemporaneo: farci sentire connessi e donare piccoli gesti di bellezza quotidiana ai nostri spazi abitabili.
Colombo
Standa, 2024
Un uovo di Colombo è una soluzione intuitiva, un’immediata risposta ad un quesito trovata senza sovvertire le regole, ma imboccando quella strada alternativa che è sempre stata sotto gli occhi di tutti, pur non essendo mai stata considerata prima. Forma cosmogonica per eccellenza, l’uovo è di per sé una sorta di gioco di scatole cinesi della natura, un contenitore assoluto. Realizzato in legno massello
laccato, l’ovoide presenta una cavità ottenuta con un taglio a 18°, un bordo liscio e un piccolo foro. Questi semplici elementi lo rendono adattabile a più usi: da piatto non convenzionale a svuota-tasche, da contenitore da scrivania con base porta-cellulare a porta oggetti per la cucina e il bagno. Un vero oggetto nomade, a suo agio in più ambienti e aperto alle interpretazioni più disparate.
Eccentrico
Luca Pinotti, 2022
Eccentrico è un piccolo arredo che accoglie diversi oggetti e funzioni. Tavolino, piano di appoggio per computer o per mangiare davanti alla tv, porta-riviste e tutto quanto la fantasia o la necessità possa suggerire. Nasce da una riflessione sul vivere contemporaneo, sulla necessità di avere tutto a portata di mano, ma allo stesso tempo di poter riformulare gli spazi seguendo le nostre necessità, costantemente in trasformazione.
Infatti, la sua base solida gli permette di gettarsi su nuove funzioni. “La casa siamo noi - spiega l’autore - con tutti i nostri bisogni e le nostre abitudini. Ma anche con il cambiamento, che talvolta può farci scoprire nuove funzioni delle cose che ci circondano, magari rivelando lati inediti di noi stessi. Perché non esistono vecchio e nuovo, ma solo una passata, presente o futura abitudine”.
Efesto
Elena Salmistraro, 2021
Immutato ed immutabile, aperto ad accogliere molteplici funzioni restando comunque “integro” ed orgoglioso. L’indagine si è concentrata più sui simboli e sul racconto che sui rituali e le funzioni, scegliendo di raccontare la Sicilia e in particolare Catania, epicentro di questa avventura. E come raccontare la città senza considerare Lei, L’Etna: il vulcano attivo più grande d’Europa, il vulcano che barbuglia, fuma e a volte si irrita, quello dove nel mito alloggia la fucina di Efesto. Efesto è l’ingegnere, è l’artigiano, è il designer; rude ma creativo, escluso ma generoso. È
l’amore verso il Lavoro che si pone in contrasto ad un mondo ingannevole ed illusorio, fatto di piaceri e vizi effimeri, l’Olimpo. Efesto sceglie il suo laboratorio, il suo studio, il suo lavoro. Se Efesto oggi disegnasse dei tavoli bassi, lo farebbe certamente alla sua maniera, rude, brutale, celebrando la materia, evidenziandone i volumi, probabilmente aiutandosi con software e moderne tecnologie, unendo digitale ed analogico sotto un’unica impresa. Ma sempre con un linguaggio austero, fatto di macchine e lavoro, di forza ed energia, utilizzando forme e strutture dal gusto brutalista, costruttivista.
Giano
Antonio Iraci, 2021
Come il Giano Bifronte della narrazione mitologica questo oggetto per la tavola ha due facce che svelano altrettante possibilità d’uso. Come un foglio che prende forma a seconda delle mani che lo piegano, così Giano sfrutta piccoli elementi
di supporto che ne svelano possibilità di contenimento e di supporto per il cibo, adatte al nostro modo di alimentarci contemporaneo, sempre più aperto a sollecitazioni gastronomiche e strumenti di altre cucine, senza dimenticare la nostra tradizione mediterranea.
Impianto
Omar Hannachi, 2024
Immaginare di poter completare o arricchire un piatto con erbe fresche direttamente disponibili sulla tavola. Una pratica antica, che i nostri nonni già rendevano possibile con vasi di piante aromatiche presenti sulle tavole all’aperto, e che oggi trova la sua versione contemporanea, rivista ed aggiornata. “Impianto” è, infatti, un centro tavola che contiene erbe
commestibili, piante belle da vedere e buone per la nostra salute. È realizzato in tubolari prefabbricati, tagliati e saldati, che si intrecciano come le radici delle piantine, generando una forma lineare e complessa al tempo stesso. Nei suoi elementi trovano alloggio le foglie edibili, ma anche il cellulare, da amplificare, immancabile compagno delle nostre giornate.
Maleducato-a
Giulio Codella, 2024
La mise en place è uno dei principali strumenti per l’esercizio del bon ton, l’insieme delle buone maniere, che spesso nascevano dalla necessità di regolamentazione dei gesti e delle pratiche quotidiane. Ma cosa succede in un panorama dove ormai il cellulare è quell’intruso sulle nostre tavole al quale è difficile rinunciare?
Meglio ignorare o includere questa presenza inedita nel galateo, ma senz’altro protagonista nella nostra quotidianità? “Maleducato” (Maleducata) è un irriverente strumento per l’apparecchiatura che, invece di negare la presenza del telefono, la integra tra gli strumenti della tavola. Accanto alle posate, si fa largo il nostro inseparabile amico-nemico di tutti i giorni.
M'ama
Barbi-Brunone, 2021
M'AMA Collection è una famiglia di prodotti per l'arredo domestico, nata con l'intento di ristabilire l'armonia tra le nuove necessità quotidiane ed il benessere del proprio corpo. L'idea è il risultato del nostro approccio progettuale, incentrato principalmente sulla volontà di creare nuove empatie tra persona e oggetto. La collezione è composta da un pouf e uno
specchio a muro, la cui caratteristica principale risiede nella potenza formale, dietro la quale si cela una funzione specifica. M'AMA Pouf, infatti, è composto da un guscio contenitore in cui riporre la semisfera da pilates, mentre M'AMA Mirror è un oggetto ludico, uno specchio le cui componenti circolari sono in realtà degli hula hoop di varie dimensioni.
Matto
Anna Polisano, 2021
Un oggetto d'impatto, pensato per catturare l’attenzione fuggevole della nostra attuale condizione ibrida. Matto è un oggetto ipersimbolico, come un pedone trasforma l’ambiente domestico in un gioco: una scacchiera che diventa testimone delle nostre nuove mosse, dei nuovi rituali.
Minuti
Livia Stacchini, 2021
Dopo quattro anni in Olanda, molte relazioni personali e diverse esperienze, ho iniziato il mio trasloco per rientrare in Italia facendo una selezione di oggetti: dovevo decidere cosa buttare e cosa tenere. Nel farlo, mi sono resa conto che molti oggetti ritrovati rappresentavano per me Ricordi ed erano, per la maggior parte delle volte, senza valore vero e proprio ma con un forte significato affettivo. Il mio progetto Minuti è, quindi, un contenitore di Ricordi, un luogo in cui mettere tutti quei piccoli oggetti che ci riconducono
a innumerevoli momenti passati da non dimenticare, degni di essere custoditi in una 'Wunderkammer', una personale stanza delle meraviglie. Piccoli o grandi gingilli, scartoffie e ninnoli, di solito messi da parte in fondo ai cassetti fino ad essere dimenticati, vengono messi al centro per far sì che le emozioni ed i ricordi collegati ad essi riemergano nuovamente. Attraverso la creazione di un mobile scultoreo, vorrei far riecheggiare la loro presenza negli spazi e dedicare loro una nuova attenzione all’interno delle nostre vite e delle nostre case.
Misguardo
Silvia dell'Orco, 2022
La nostra giornata è scandita da appuntamenti, impegni, azioni che trovano spazio su una timeline, riempiendo le agende di responsabilità e doveri. “Misguardo” è una sorta di promemoria fisico scultoreo da porre sui possibili piani della casa in modo che, vedendolo, ci permetta di richiamare alla mente tutte le singole azioni pubbliche e private. La forma è lineare, per ricordare il movimento del tempo
durante la giornata, e composta di elementi che identificano momenti specifici. I moduli possono essere disposti e spostati a seconda delle esigenze e degli impegni personali e riguardano non solo le attività lavorative, ma anche quelle più intime. Un insieme di parti che definiscono il nostro ritmo quotidiano, rammentandoci di trovare anche uno spazio per noi stessi, per contemplare il bello nello scorrere del tempo.
NonSedia
Marta Marino, 2024
Esistono usi propri ed impropri delle tipologie classiche. Ma spesso nei gesti compiuti sovrappensiero è implicito un utilizzo differente delle cose e non sempre uscire fuori dagli schemi della forma-funzione è indice di una sgrammaticatura. Anzi, alzi la mano chi non ha mai utilizzato una sedia come “guardaroba” di fortuna! Osservando questo uso improprio dell’oggetto principe del design di arredo, la sedia, nasce un servo-muto che ne richiama la funzione secondaria
e non quella primaria. Si tratta infatti di una “non-sedia”, che la ricorda nei volumi, ma che non serve per riposare il corpo, bensì per appoggiare vestiti, accessori e tutti quei piccoli gadget che definiscono il nostro vivere nel mondo e la nostra identità visiva. Ma è utile anche per farci riflettere sul fatto che quello che per una funzione tradizionale è disordine, in un’interpretazione libera può divenire un nuovo comportamento
NonTavolo
Giorgio Pagani, 2024
“Partire dalle funzioni e disimparare le forme” è stata la premessa utilizzata dal designer di questo arredo. Moltiplicare i piani di appoggio per allargare i punti di vista è, infatti, l’essenza del “non-tavolo”, un elemento che svolge e forse anche amplifica le funzioni di una superficie, ma rompendone la monotonia. La superficie planare si apre in un caleidoscopio di prestazioni, in un fiore i cui petali offrono diversi
appoggi giocando sulle altezze. In questo modo ogni elemento è uno spazio dedicato a un singolo oggetto, mettendolo in una posizione speciale, facendolo risaltare anche grazie al vuoto che lo circonda. L’aspetto decorativo non è più legato alla superficie del piano (a una texture o a un pattern), ma è insita nella forma stessa e in una funzione che si apre a un ventaglio di usi e interpretazioni.
Pane e Vino
francesca Lanzavecchia, 2024
Quello dell’impilabilità è un tema caro al design dei Maestri del Dopoguerra, suggerito dalla necessità di concentrare funzioni in un luogo limitato come risposta alla contrazione degli spazi domestici di quegli anni. Oggi questa necessità conduce all’essenza delle cose e risponde a due istanze rilevanti della nostra contemporaneità: da un lato significa rimettere al centro i valori prioritari e dall’altro ridurre gli sprechi. Nulla come il pane ed il vino - archetipi presenti in molte culture del passato arrivate sino a noi - è simbolo eloquente di
un rinnovato bisogno di rigore, che identifica un desiderio di valori, ma senza perdere fiducia e buonumore. Il servizio impilabile diviene così un totem da tavola, un insieme che compone una figura nelle sue parti, ma che funziona anche quando si dispiega sul tavolo del convivio. Una parte per il tutto, ma anche un tutto fatto di parti che parla della dimensione comunitaria dell’atto più intimo e di scambio che l’uomo abbia mai saputo creare, quello della condivisione di nutrimento per il corpo e per lo spirito.
Pocopiano
Paolo Stefano Gentile, 2023
Pocopiano è un piatto in ceramica su base circolare. L’andamento della forma restituisce al suo interno un incavo generato da una progressiva pendenza. Questo dualismo, carattere specifico del piatto, consente di riporre diverse tipologie di pietanze e di “creare” un gioco di consistenze.
Tra solido e liquido, un nuovo rituale legato al food! Pocopiano, nome che rafforza l’aspetto ibrido ed anfibio del piatto, è un invito a raccontare una storia, a percorrere un viaggio, a vivere una nuova esperienza fatta di ritualità, di contrasti e di sensi.
Segni
Lanzavecchia+Wai, 2021
Ci appoggiamo, ci appollaiamo, ci sediamo, ci sdraiamo e sprofondiamo nei nostri mobili con le nostre estensioni digitali. Emancipati dal porto sicuro del lavoro su scrivania, cerchiamo instancabilmente di trovare il comfort in ambienti sempre più fluidi. In risposta a questo nuovo bisogno, i media ci propongono prodotti iperfunzionali più simili ad apparecchi medicali che a mobili accoglienti o compagni domestici. Con il progetto ‘Segni’ siamo ripartiti
da zero tracciando linee e angoli essenziali a sorreggere e accogliere le coreografie disegnate dai nostri corpi. Segni vuole essere un inno alla comodità individuale liberando l’utilizzatore da spazi e posture predeterminate, sostenendo nuove necessità ergonomiche di lavoro, studio, relax, attività fisica e svago. Sono mobili essenziali, cinque tratti nello spazio che suggeriscono gesti e posizioni senza imporle, pronti ad accogliere l’animale futuro in cui ci evolveremo.
T1-T2
Martinelli/Venezia, 2021
Da sempre siamo affascinati dagli stampi in legno per fonderia: manufatti così sofisticati, ricchi di incavi, fori di vari diametri, smussi, protuberanze o altri dettagli singolari che suscitano il nostro immaginario sulle innumerevoli forme che con essi è possibile realizzare. Abbiamo scomposto e ordinato tali segni in una sorta di elenco di lavorazioni che
abbiamo poi ridisegnato e utilizzato come un linguaggio declinabile. Sono nati così T1 e T2, due elementi d’arredo enigmatici e scultorei che potremmo definire dei normografi dello spazio domestico e che abbiamo progettato con l’intenzione di esercitare in chi li possiede un desiderio di affezione: oggetti da preservare e tramandare di generazione in generazione.
Tavo
GiulianoFukuda, 2021
"Una casa è un giardino da vivere": questo è il nostro motto per progettare lo spazio interno. Così una serie di elementi crea un paesaggio domestico; ognuno è pensato come se fosse la pianta di un giardino. I nostri sono moduli che si possono combinare liberamente grazie alle forme organiche che generano un’armonia sempre nuova e che si possono comporre scegliendo la scala piú adeguata per gli usi e le attivitá dello spazio che li accoglierá. L’ispirazione di questo
progetto nasce dall’osservazione delle foglie: le loro forme, il modo in cui occupano lo spazio sulla pianta, ma anche come ci appaiono quando cadono sul suolo, il loro essere unità e insieme al tempo stesso. Nasce cosí l’idea di una famiglia di elementi, ciascuno con un suo valore individuale ed una sua identitá formale, ma con una tendenza ad aggregarsi in modo vario e diverso, per generare un insieme dinamico a cui dare la funzione che si vuole.
Trab
Standa, 2021
Il “trabattello” è un’impalcatura mobile di solito utilizzata per agevolare lavori di edilizia. Trab prende spunto proprio da questo perché è un complemento d’arredo che svolge più servizi. È pensato in origine per il bagno, perché ormai in questa stanza della casa svolgiamo molte funzioni. Cosi Trab ti sostiene quando ti stai asciugando i capelli e hai bisogno di un puntello; regge il cellulare o il libro mentre fai la doccia o sei nella vasca da bagno; è un
punto di appoggio per i vestiti che metterai o quelli che toglierai. Aiuta tutti: i bambini che hanno bisogno di uno scalino per arrivare al lavandino, gli anziani che vogliono sentirsi più sicuri mentre si lavano i denti. E spesso ama farsi un giro in altre stanze: in camera da letto come servo-muto/comodino; in soggiorno come multi-appoggio accanto ai divani; in cucina per sostenere libri e cellulare mentre eseguiamo la ricetta del giorno. Piccolo negli ingombri, grande nell’empatia funzionale.
Tramè
Davide Frattini Frilli, 2021
Tramè è un supporto per dispositivi mobili, maneggevole e semplice nelle forme, con struttura in legno massello e appoggio in lamiera. La sua peculiarità è di avere una superficie in specchio incastonata nella struttura che lo rende sia un supporto per device elettronici che uno specchio da tavolo. La calibrata inclinazione della porzione superiore consente la visione simultanea del dispositivo in uso e della propria immagine, dei propri occhi
in particolare. Questo perché, se a volte l’altrui sguardo ci condiziona troppo, altre è però il termometro dell’adeguatezza e correttezza del nostro fare. Dietro uno schermo siamo invece soli e nulla più del proprio sguardo può tenere l’io (l’essere umano) presente a se stesso e accompagnarlo consapevolmente dentro il traboccante flusso di dati, informazioni ed immagini in cui sempre più reale e virtuale, vero e falso si vanno fluidamente mescolando.
Trespolo
Giulio Iacchetti, 2024
Trespolo è uno sgabello con due piani, posti ad altezze differenti, pensato per accompagnare la quotidianità, condividere emozioni e coltivare relazioni. Una tipologia classica che, sdoppiandosi, si apre a tante funzioni: seduta, workstation, tavolino. Il semplice gesto progettuale del raddoppiare i piani e metterli ad altezze differenti rivela nuove
fruizioni. Ma ci fa anche riflettere su come è la molteplicità nella diversità a rendere le esperienze più aperte a nuove angolazioni. Perché, come sostiene il suo progettista, questo oggetto ci insegna a “difendere le differenze e donarsi per stare bene: questo è ciò che nutre le nostre vite”.
Triplex
Andrea Branciforti, 2021
…” Nelle ceramiche c’è tutta la verità. Si aprono le stanze dove la gente vive, dove mangia, dove guarda la moglie e litiga... Guardate le ceramiche e c'è tutto, come nelle poesie e nelle canzoni. C’è tutto e basta…” Le parole di Ettore Sottsass scritte nel 1963 stanno alla base del mio progetto. Un centrotavola che nasconde una sua duplice versatilità. Realizzato in ceramica con una tripla funzione: porta frutta,
portafiori e porta i phon. Oggi il nostro Smartphone è l’oggetto più importante e a volte più desiderato. Sta al centro delle nostre giornate da cui è quasi impossibile separarsi. Contro le regole del galateo che lo bandiscono dalla tavola viene invece esaltato e posto alla base del centrotavola. Da oggi il Centrotavola Triplex avrà anche la funzione di contenere il nostro oggetto del desiderio: con cui mangiamo, litighiamo, viviamo...
Trisola
Gaetano Di Gregorio, 2021
Dopo decenni in cui la casa è stata un luogo spesso vissuto per lo stretto necessario, talvolta quasi solo per dormire, oggi lo spazio domestico ritorna in primo piano nel tentativo di trovare un nuovo equilibrio tra dimensione intima e nuova socialità a distanza, tra virtualità e realtà tangibile. Il progetto di questo tavolo da giardino ruota intorno all’idea della tenda che separa lo spazio esterno da quello più intimo della dimensione individuale. Quando le tende sono aperte, il tavolo può ospitare le sedute o trasformarsi in un piccolo gazebo da buffet;
quando il piano è piegato, si trasforma in una scrivania che può essere in parte o del tutto schermata dalle tende, offrendo un fondale neutro per videocall, garantendo privacy, proteggendo dalla luce del sole. La tenda diventa uno schermo analogico, su cui si proietta lo sguardo di chi ne è avvolto; ma anche un velo che protegge, incarnando i due lati di una tecnologia che allo stesso tempo isola e apre verso una dimensione quasi senza confini. Pubblico e privato si incontrano così in un dispositivo che è tanto rifugio quanto finestra.
Virgola
Xu Zheng, 2024
Uno specchio, un porta-gioie, una mensola, una toeletta, un sostegno per il cellulare. E chissà cos’altro può dettare la fantasia per interpretare questo complemento di arredo, che dal bagno è in grado di migrare ad altri ambienti della casa. La superficie specchiata ci offre uno spunto di riflessione, fisico e psicologico; può essere un momento di verità, o anche di domanda. Accanto a questa, ora si pone un’altra finestra, quella dello smart phone,
che ci porta nel mondo e ci porta a casa il mondo. “Virgola è un oggetto che si da, senza essere invadente - spiega il suo designer -, lasciandoci liberi di decifrarlo. Alla base, un vassoio che accoglie e contiene gli orpelli della vanità quotidiana. Al di sopra, un’ala che con grazia sostiene il dispositivo con cui espandere i confini della propria intimità. E infine lo specchio, per riflettere gioie e celare paure”.
Voyeur
Luigi Patitucci, 2021
Vi sono storie, scritte tutte attraverso il linguaggio del corpo. Per poter essere comprese, hanno bisogno di una efficace integrazione ambientale. Il design dovrebbe interrogarsi sul modo in cui lo spazio sfida l’utente, sul modo in cui lo provoca o gli resiste. Solo in tal modo potremo avere un’amplificazione del concetto di corporeo in grado di produrre maggiore consistenza all’immaginazione. Così è nato Voyeur, l’Armadio Svergognato, con l’obiettivo di poter mettere
in produzione, e dunque in visione, degli oggetti capaci di poter generare uno scenario esistenziale che possa divenire un seducente Paesaggio Risonante. Insediare il luogo dei sensi era il mio obiettivo. Gli individui che collideranno meravigliosamente con la scena determinata dall’armadio Voyeur, un elemento dalla forte personalità, prepotente, ingombrante, sottilmente inquietante e pervasivo, riceveranno una investitura straniante ed esaltante, in un’atmosfera di inequivocabile e rarefatta osmosi tra il Sacro ed il Sensuale.
Luogo di sperimentazione ed innovazione rivolto ai giovani laureati. Emersivi è il terreno di Orografie dove seminare, e raccogliere, la visione dei designer che si affacciano al mondo del lavoro. La cultura della formazione come coltura d’impresa. Nati già anfibi le nuove generazioni di progettisti verranno accompagnati e coinvolti in questa piattaforma attraverso workshop, laboratori di tesi e master.
La terza edizione del workshop Emersivi, ritorna ad indagare il mondo del design di prodotto. I giovani under 30, neo laureati o studenti nella loro fase finale di studi, si sono misurati con il pensiero di Orografie declinando, in forma di progetto, il nuovo brief che orchestrerà la prossima collezione il cui lancio è previsto nel corso della Milano Design Week del 2024. In questa edizione è stato richiesto ai candidati il mantenimento del pensiero ibrido, che ha generato il design anfibio di Orografie. I tre giovani selezionati entrano a pieno titolo nella collezione che Orografie presenterà ufficialmente alla Milano Design Week 2024 ed in anteprima nel 2023 con la presentazione del prodotto Pocopiano.
Nel 2021 un nuovo workshop di narrazione ed illustrazione sul design “anfibio”, quello che indaga le funzioni contemporanee e la loro molteplice fruibilità. Nel corso del workshop è stato richiesto un contributo per l’elaborazione di nuovi racconti ed illustrazioni che segnino i tratti di nuovi scenari futuribili in linea col pensiero di Orografie. Nuove azioni, comportamenti e rituali che avanzeranno in una nuova e definitiva dimensione ibrida. Attraverso le giornate di lavoro a Napoli sono state selezionate due giovanissime, una illustratrice e una narratrice che, con i loro lavori, sono entrate nel più vasto racconto dei “nuovi riti dell’abitare” di Orografie.
Per l’edizione di EDIT Napoli 2020 Orografie ha creato un workshop, sposando l’attenzione della Fiera del design d’autore per i designer emergenti. Durante cinque giorni di intenso confronto, i giovani partecipanti hanno realizzato un progetto tenendo conto degli argomenti-chiave che guidano l’azienda: ripartire dalle funzioni e non dalle forme per generare un diverso approccio ai bisogni; osservare l’uso improprio che gli utenti fanno delle cose per carpire una necessità; curare gli oggetti come se fossero esseri viventi; identificare i nuovi rituali del nostro tempo; pensare i prodotti come ritratti di chi li usa e di chi li progetta. Il risultato del workshop sono oggi prodotti del catalogo di Orografie, che segnano sia il lancio del brand, sia l’ingresso di questi talenti nel mondo del design professionista.
Antonio Aricò designer eclettico. Inventore di simboli. Creatore di mondi. In ogni opera di Antonio Aricò è possibile rintracciare l’impronta della sua poetica ispirata dalla tradizione, dal fantastico, dal romantico e dall’antico. Una produzione d’autore che si nutre di visioni oniriche e della contaminazione di simboli e linguaggi, per concretizzarsi in una gamma di prodotti e progetti dove design, arte e artigianato dialogano per arrivare a toccare il cuore e la mente delle persone.
Fabio Brunone si è diplomato presso lo IED di Roma nel 2020 e ha da poco intrapreso la carriera da designer professionista. La sua visione progettuale tende alla ricerca di scenari in cui il rapporto tra soggetto e oggetto viene messo in discussione dalle implicazioni sociali e culturali del nostro tempo.
Giògiòbarbi (Maria Giovanna Barbi), nata a Roma nel 1999, dopo gli studi artistici con indirizzo Architettura Ambientale, si è diplomata nel 2020 allo IED di Roma in Product Design, sviluppando la tesi in collaborazione con Enel-X. Sempre nel 2020 ha vinto il contest Multifunctional indetto da Secondome gallery.
Andrea Branciforti è Ceo di Improntabarre Handcraft & Design laboratory, brand che oggi collabora con una rete di artigiani per la produzione di manufatti di altissima qualità, e che dal 2014 è anche studio di progettazione. È stato curatore della sezione design della Biennale della Ceramica e delle Architetture del Paesaggio di Caltagirone (2014/2015). Selezionato dall’Osservatorio del design ADI per l’Index 2015, con il progetto Urban design for tile, ha collaborato a installazioni e progetti con Ugo La Pietra. Ha disegnato e realizzato la mascotte di Farm Cultural Park (Favara) e dell’evento Fuorisalmone a Milano. È partner dell’Accademia Abadir e cura il corso di Cultura del design all’Accademia Harim (Catania). Ha collaborato con studi di progettazione e aziende, tra cui Martinelli Venezia, Moak, Orolavico, Distefano. Attualmente è presidente di ADI Sicilia.
Francesco Faccin nato a Milano nel 1977, dopo due anni di collaborazione con Enzo Mari, nel 2004 inizia a lavorare con Francesco Rivolta, modellista e liutaio, apprendendo tecniche di alta ebanisteria. Nel 2007 apre il suo studio a Milano e fino al 2015 è consulente di Michele De Lucchi. Nel 2013 viene nominato “Italian Fellow” presso l’American Academy di Roma. Nel 2010 vince il Design Report Award e nel 2015 riceve una menzione d'onore al Compasso D'oro con "Traverso". Dal 2014 al 2016 è stato direttore artistico della storica Fonderia Artistica Battaglia di Milano. Nel 2018 con “Anonimo Contemporaneo” inizia la collaborazione con la galleria Giustini/Stagetti. Docente universitario presso la Libera università di Bolzano e il Made Program a Siracusa, collabora come visiting professor con altre università quali l’Universidad de Navarra a Pamplona. Ad Expo2015 ha presentato “Honey Factory”, una micro architettura per l’apicoltura urbana, che nel 2018 l'ONU indica come progetto-guida in riferimento ai 17 Global Goals.
Paolo Stefano Gentile vive e lavora a Milano occupandosi di product design e art direction. Si è laureato in product design alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano nel 2019, anno in cui ha iniziato a collaborare con studi professionali e a sviluppare progetti personali. Nel 2020 Elle Decor lo ha inserito nella lista dei 30 migliori giovani talenti internazionali, nello stesso anno è stato incluso nella selezione dei giovani talenti di MFL. I suoi progetti sono stati pubblicati sulle principali riviste del settore ed esposti in eventi quali Dutch Design Week, EDIT Napoli, Maison & Objet, Milan Design Week e altri.
Gaetano Di Gregorio cresce a Caltagirone e si trasferisce a Venezia per studiare architettura, dove attualmente abita, coniugando il lavoro di architetto con quello di ceramista e designer. Tra Venezia e Sicilia, tradizione e ricerca, si interessa al design di edizioni limitate, piccole serie e autoproduzione, privilegiando la ceramica, che ritiene il suo materiale elettivo. A Venezia ha fondato il collettivo Spiazzi, che opera nel campo delle arti visive, del design autoprodotto e della fotografia. Ha partecipato a mostre e fiere di settore in Italia e all'estero ed ha effettuato alcune residenze per artisti in Cina, approfondendo la lavorazione della porcellana. Dal 2014 coordina il corso triennale in Interior Design presso IED Venezia, dove insegna progettazione di interni.
Davide Frattini Frilli laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 2000, vive da sempre una grande passione per il design d’arredo e di prodotto. Dopo anni di esperienza nel design di interni e nel retail in particolare, è al Fuorisalone di Milano ed alla Stockholm Furniture Fair che nel 2017-2019 presenta i primi complementi di arredo autoprodotti. Il suo approccio unisce alla sua milanesità ed alla formazione architettonica una profonda riflessione funzionale e tipologica, applicata al design di prodotti dalla vocazione seriale. Il suo tratto delicato, ma deciso, gioca e unisce linee e forme geometriche a ideare arredi e complementi puliti, essenziali e funzionali, che da composizione astratta diventano oggetti concreti. L'uso di materiali tradizionali (principalmente legni e metalli) e finiture “semplici”, completa la sua idea di prodotto, evidenziando le forme.
GiulianoFukuda è uno studio di progettazione fondato da Lucia Giuliano e Makoto Fukuda. Entrambi hanno vissuto e lavorato per diversi anni a Barcellona, dove hanno sperimentato il progetto a diverse scale - dall’architettura agli interni, il paesaggio e il prodotto - esplorandone i poteri come pratica trasformativa. Lucia ha studiato presso la Facoltà di Architettura di Palermo, dove si è laureata, e presso l’Universitat Politecnica de Catalunya di Barcellona. Dal 2000 al 2011 ha lavorato come architetto presso lo studio Arata Isozaki & Associates, impegnata su diversi progetti sviluppati tra Barcellona e Tokyo. Makoto, dopo la laurea e un’esperienza come tutor presso la Tokyo University of Arts si è trasferito a Barcellona dove ha lavorato per lo studio Miralles Tagliabue EMBT dal 1996 al 2016, seguendo progetti importanti per la città di Barcellona e per la scena internazionale. Nel 2006 è anche entrato a far parte del team internazionale dello studio dell’architetto Toyo Ito per lo sviluppo di progetti tra Europa e Sud America. Si sono recentemente trasferiti in Sicilia, dove hanno fondato il loro studio e sono impegnati nel progetto di una scuola di design orientato allo sviluppo della cultura del progetto nell’isola.
Antonio Iraci nato a Misterbianco, Antonio Iraci si laurea in Architettura a Reggio Calabria nel 1988. L’anno seguente fonda lo studio Archline e nel 2010 la Iraci Architetti con sedi a Misterbianco, Tirana e Milano. Il loro campo di azione va dalla piccola alla grande scala, passando per l’interior design sino al landscape design e alla pianificazione urbanistica. Tra i progetti più recenti e in via di costruzione: il Flacon Building a Mosca, il Green Coast Resort di Tirana e Notre Dame de Louaize a Beirut.
Lanzavecchia+Wai lo studio di design, con sede sia in Italia che a Singapore, è stato fondato nel 2010. Wai proviene da Singapore e ha studiato come designer industriale alla National University, mentre Lanzavecchia è laureata in Product Design al Politecnico di Milano. Hanno iniziato la loro collaborazione presso la Design Academy di Eindhoven, dove entrambi si sono laureati con un Master in Design sotto la direzione di Gijs Bakker, cofondatore di Droog Design. I loro lavori spaziano da edizioni limitate a prodotti seriali per marchi come Zanotta, FIAM, Living Divani, Cappellini, De Castelli, Gallotti & Radice, Bosa, Nodus, Mirage, fino a committenze speciali per grandi marchi e musei quali Hermès, La Triennale di Milano, MAXXI, Alcantara , Antolini, Tod's, AgustaWestland, Cooper Hewitt Smithsonian Design Musem di New York e The Design Museum di Londra. Sono stati premiati con il Land Rover BORN Award 2018, il Red Dot Award Product Design 2016 e lo Young Design Talent of the Year da Elle Décor nel 2014.
Martinelli/Venezia è uno studio di progettazione con sede a Milano e Palermo, nato nel 2015 dalla collaborazione tra i due architetti Carolina Martinelli e Vittorio Venezia. Lo studio si occupa di design del prodotto, allestimento, architettura e interni, indagando questioni come il rapporto tra la tradizione e il sapere locale, le proprietà dei materiali e le possibilità tecniche delle lavorazioni. I loro progetti sono stati esposti in gallerie e musei come il Louvre di Parigi, il MAXXI di Roma e il Triennale Design Museum di Milano. Collaborano con numerose aziende italiane e internazionali come Abet Laminati, Alcantara, Colé Italian Design Label, DeCastelli, Falper, InternoItaliano, Jannelli & Volpi, Lithea, Luce5, Martinelli Luce, Meritalia, Mingardo, Moleskine, Premax, Slide.
Luigi Patitucci designer, storico e critico del design, è stato docente di Public Design, Service Design, Product Design, Materiali per il Design, Architettura degli Interni, Storia e Tecnica del Disegno Industriale, presso numerose Università italiane ed estere. Diplomato in Arte Applicata e laureato in Ingegneria Civile, opera nei campi del Design, dell’Architettura, del Teatro e della Comunicazione. È tra i fondatori di WOZ, Laboratorio Itinerante del Design per la Riqualificazione delle Micropoli, e autore di “Public Design Game. Design Therapy for a lollipop community”. È un Sensor Color Designer per l’Aesthetic Center Akzo Nobel (NL), multinazionale che produce colori e materiali, e membro ADI, attivo nella Commissione sull’HandMade in Italy. Fa parte dell’Associazione Italiana Storici del Design e della Società Italiana Urbanisti. Ideatore di “designland, rassegna perpetua sulle produzioni negli ambiti applicativi della disciplina del design realizzate in Sicilia”, è direttore del master in Product Design Integrato “Designland. Italian Design Therapy e Geografia del Benessere”, presso Harim Accademia Euromediterranea.
Anna Polisano si laurea presso la Facoltà di Architettura di Palermo nel 2001. Nello stesso anno apre a Catania, sua città natale, il suo studio che si occupa di Architettura, Urbanistica e Design, dall'edilizia residenziale privata alle strutture ricettive, locali commerciali, progetti di interior design residenziale e contract. Nel 2017 viene eletta Consigliere dell’Ordine degli Architetti di Catania per il quadriennio 2017/2021 e Consigliere della Fondazione degli Architetti di Catania. Nel 2018 è vincitrice dell’Architecture, Construction & Design Awards - Rethinking the Future, con il progetto Marletta Boutique Hotel. Nel 2019 riceve la Menzione d’onore per l’EcoTechGreen Award.
Elena Salmistraro nata nel 1983, è product designer e artista, vive e lavora a Milano. Si laurea prima in Fashion Design e poi in Product Design al Politecnico di Milano. Nel 2009, insieme all’architetto Angelo Stoli, fonda il suo studio che si occupa di design, illustrazione e arti visive. Lavora per importanti aziende come Apple, Disney, Vitra, Huawei, Nike, Lavazza, Alessi, Bosa, De Castelli, Cc-Tapis, Moooi, Timberland. Collabora anche con Gallerie quali Dilmos, Rossana Orlandi, Camp Design Gallery, Subalterno1 e Secondome. I suoi progetti sono stati selezionati per importanti esposizioni presso la Triennale di Milano, la Biennale di Shanghai, la Biennale Koreana di Gwangju. Nel 2017 viene nominata Ambasciatore del Design Italiano nel mondo dal Ministero degli Esteri e vince il premio “Salone del Mobile Milano Award” come “Miglior designer esordiente” seguito nel 2018 dall’“Icon Award”. I suoi prodotti hanno ricevuto premi quali il Good Design Awards e l’Archiproducts Design Award oltre ad essere presenti nelle più importanti fiere internazionali del settore. Dal 2019 AD Germany la inserisce tra le 100 personalità più influenti nel mondo del design.
Linda Salvatori nasce a Roma nel 1993, Linda Salvatori inizia il suo percorso formativo dagli studi in Disegno industriale presso l'ISIA di Roma, seguiti da un'esperienza lavorativa in una falegnameria di arredamento su misura. Si trasferisce a Milano dove si laurea nel 2019 in Design del prodotto al Politecnico di Milano. Durante il corso di laurea magistrale svolge un Erasmus a Copenhagen, frequentando il master in Furniture & Objects presso la KADK - The Royal Danish Academy of Fine Arts. Dopo gli studi si trasferisce a Venezia, entrando a far parte del team di Nichetto Studio come Industrial Design Intern fino a settembre del 2020.
Livia Stacchini è una Interior e Research designer. Dopo il diploma in Interior design allo IED di Roma, prosegue i suoi studi al Piet Zwart Institute di Rotterdam dove frequenta il Master in Interior Achitecture: Research + Design (MIARD). A Rotterdam collabora con una start-up che produce lampade stampate in 3d in PLA, una plastica biodegradabile che deriva da risorse naturali.
Standa
Domitilla Dardi
Storica e curatrice di design, dal 2010 è curatore per il design del museo MAXXI di Roma. È docente allo IED di Roma, ed è stata visiting professor in diverse istituzioni. È co-fondatrice e curatrice della fiera del design d’autore EDIT Napoli. Ha collaborato come copywriter per aziende quali Alcantara, Catalano, Cedit, iGuzzini, Knoll, Florim, Slamp. Scrive per riviste di settore ed è autrice di monografie e saggi, tra cui il “Manuale di Storia del Design”, scritto con Vanni Pasca.
Irene Tranchina
Architetto e visual designer, si occupa di progettazione, grafica, fotografia e video animazione. Si laurea nel 2004 all’Accademia Abadir. Nel 2013 prende una seconda laurea presso la Facoltà di Architettura di Catania. Per Orografie si occupa di project managment ed è responsabile del linguaggio visivo. Insieme alla direzione artistica coordina le attività operative e la creazione di strategie e contenuti di comunicazione visiva finalizzati alla narrazione del brand.
Roberta Pellegrino
Inizia il suo percorso nel mondo della progettazione con un diploma in architettura e arredamento. Prosegue frequentando il triennio in Ingegneria del recupero edilizio e ambientale e consecutivamente approfondisce l’ambito dell’interior e del product design. Parallelamente collabora all’organizzazione di eventi dedicati al design e si dedica all’autoproduzione di prodotti per l’arredo grazie ai quali entra in contatto con Giorgia Bartolini con la quale collabora dal 2014. In Orografie è parte del team di produzione.
Salvatore Coppola
Dopo la laurea come interior designer allo IED di Milano collabora con lo studio di Raggi e Puppa. È assistente nel corso di progettazione del mobile e in quello di architettura di interni dello IED. A Milano lavora anche con gli arch. Arosio e Lissone. Dal ’96 è a Catania, dove attualmente sperimenta nuove forme artistiche come musica e visual, collaborando con Giorgia Bartolini dal 2011. Per Orografie è parte del team di produzione.
Daniele Castiglione
Product Designer, laureato in Design del Prodotto presso lo IAAD di Torino dove sviluppa la tesi di laurea in collaborazione con Orografie. Dopo uno stage presso il centro stile Pininfarina torna al sud per il suo inscindibile legame alla terra. La sua voglia di valorizzare il design sul territorio nativo lo porta all'interno di Orografie dove oggi è parte del team di produzione.
Carla Garipoli
Graphic designer, si laurea in design e comunicazione visiva presso Abadir dove discute una tesi di ricerca e progettuale esposta in diverse mostre quali Biennale di Design di Ljubljana, Salone Satellite, Manifesta 12, Biennale di Liegi e Biennale del Design di Porto. Segue due stage presso lo studio DRRB di Palma di Maiorca e presso la sede londinese dell'azienda Burberry. Prosegue gli studi con un biennio in grafica editoriale e successivamente un master in comunicazione visiva e art direction. In Orografie si occupa di comunicazione visiva.
Sara Basile
Designer, si laurea in design e comunicazione visiva presso Made Program con una tesi mirata allo studio di materiali. Prosegue gli studi con un Master in design strategico e direzione creativa presso Abadir. In Orografie si occupa di comunicazione strategica.
Francesco Alati
Nel 2021 fonda il suo studio che si occupa di progetto e strategia negli ambiti del prodotto e della comunicazione. Crede nel valore del progetto in quanto strumento al contempo strategico e culturale. Adotta un metodo orientato al design system. È docente all’interno del Corso di Laurea in Design dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Nel 2021, fonda la Delegazione territoriale ADI Calabria, di cui è il primo presidente. Nel 2024, è curatore della sezione design per la “La Biennale dello Stretto 2024”. In Orografie si occupa di strategie creative per l’area commerciale.
Antonio Borzì
Specialista di marketing digitale da oltre 10 anni dopo le iniziali esperienze con aziende di digital marketing nazionali decide di dedicarsi in prima persona allo sviluppo della comunicazione digitale aziendale. Fra le varie attività curate realtà di food delivery di livello nazionale e produttori con un focus specifico verso il digital export. Per Orografie si occupa dello sviluppo delle strategie digitali integrando tutti i principali canali di comunicazione digitale con un focus sull’implementazione di procedure ad hoc rivolte allo sviluppo del commercio nazionale ed estero.
Stefano Sparti
Prosegue il percorso di approfondimento nell'ambito dell'informatica, con particolare attenzione allo sviluppo back-end. In Orografie, si dedica con impegno alla gestione dei siti web, focalizzandosi sull'ottimizzazione dell'e-commerce e sul miglioramento delle risorse digitali, cercando costantemente soluzioni per garantire un'esperienza utente ottimale.
Nicoletta Murialdo / Press Office
Nicoletta Murialdo Press Office, gestisce le relazioni con i media, con focus a progetti, aziende e designer nel settore arredo-architettura. All’ufficio stampa affianca l’attività di editing, social media - strategia, ideazione creativa ed editoriale - organizzazione di eventi, infine le relazioni pubbliche. Nicoletta Murialdo, con oltre vent'anni di esperienza nel settore, lavora sui clienti e progetti insieme a Federica Brignano, con conoscenza nell'arte e design.
Federica Brigliano
Federica Brigliano insieme a Nicoletta Murialdo si occupa di Ufficio Stampa e PR. Laureata in Relazioni Pubbliche, lavora in ambito comunicazione collaborando con aziende, progetti e professionisti di diversi settori, costruendo strategie di comunicazione mirate e relazioni solide con i media. La sua passione per il mondo della comunicazione si traduce in un approccio creativo e dinamico, costantemente alimentato dalla curiosità; raccontare, valorizzare e dare voce a brand e progetti è il cuore del suo lavoro quotidiano e rappresenta un modo per trasformare idee in connessioni autentiche.
Roberto Castorina
Ragioniere e contabile abilitato con esperienza ventennale nel settore fiscale, amministrativo e contabile. Durante la sua carriera, si specializza nei rapporti con le banche e nella finanza agevolata, ambito nel quale ha sviluppato competenze strategiche per ottimizzare le risorse finanziarie delle imprese. Dal 2019 è responsabile amministrativo delle aziende di Giorgia Bartolini.